Il momento della meccatronica italiana
Il settore è in una fase delicata e prospettica. La sua forte spinta, che traina la ripresa post pandemica del nostro Paese, anche per quel che riguarda l’export, passa attraverso tre direttrici fondamentali: Transizione Energetica, Transizione Digitale e Sostenibilità Industriale. Una sfida che il comparto sta affrontando con ottimi risultati.
Nonostante la brusca frenata imposta dalla Pandemia, la meccatronica era e resta uno dei settori in maggiore crescita nel nostro Paese, oltre che il più interessato dalla poderosa accelerazione della tecnologia e dell’innovazione degli ultimi decenni.
A partire dal secondo dopoguerra, la Rivoluzione Digitale ha spinto sempre più la curva del progresso verso una crescita esponenziale, ovvero nella direzione di ciò che la futurologia definisce singolarità tecnologica e che vede nella meccatronica una protagonista assoluta. Su questo campo si intrecciano le sfide più importanti per il progresso e la crescita del Paese, che stanno confluendo nel modello di produzione e gestione aziendale dell’Industria 4.0. Tutto questo in un momento critico per l’Europa e per il mondo intero, in cui all’enorme danno della Pandemia di Covid-19 si è sommata la guerra in Ucraina e la crisi energetica ad essa imputata, l’esigenza improcrastinabile di trovare soluzioni ai cambiamenti climatici e all’inquinamento e numerose altre problematiche, che ci hanno proiettati in uno scenario VUCA, caratterizzato da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità.
È in questo difficile contesto che la meccatronica si sta dimostrando capace di affrontare le sfide cruciali di quel vero e proprio salto quantico che la nostra civiltà sta affrontando: nello stesso tempo e nell’arco di pochi anni dovremo infatti sciogliere i nodi della Transizione Energetica, della Transizione Digitale e della Sostenibilità, che nel caso di specie significa rendere sostenibile l’attività delle industrie e l’impatto dei loro prodotti e servizi. Obiettivo che fino a pochi anni fa sembrava utopistico, ma che le nuove tecnologie e la nuova visione del progresso e della società stanno rendendo non soltanto praticabili, ma indifferibili.
Il motivo per cui questo comparto è centrale rispetto alla crescita del Paese, oltre che la sua capacità di affrontare questi temi, è semplice: le applicazioni della meccatronica consentono di migliorare la sicurezza, l’efficienza e la produttività delle aziende, che grazie all’apporto delle sue tecnologie e processi possono migliorare la qualità dei prodotti offerti e svilupparne di nuovi.
Tra le aziende italiane che meglio stanno raccogliendo questa sfida c’è SolidWorld Group S.p.A., di cui ho già scritto su questo blog (TRASFORMAZIONE 4.0: SOLIDFACTORY SI FONDE IN ABM WORK S.R.L.) e che punta sull’innovazione del mondo 3D supportando e innovando tutte le fasi di sviluppo di un prodotto: dalla scansione, alla progettazione, fino alla sua fabbricazione con l’ausilio della stampa 3D.
Ciò che questa azienda, e più in generale l’intero comparto della meccatronica stanno facendo è portare le aziende in un futuro che è già presente, in cui Intelligenza Artificiale, Robotica e Automazione, grazie soprattutto a tecnologie abilitanti come la Rete 5G (in attesa della 6G, già in fase di test), riescono finalmente a fare ciò che all’uomo era sin qui precluso: avere, al tempo stesso e in real time, una visione d’insieme e infinite visioni dedicate ad ogni singolo dettaglio dell’attività e dei processi industriali.
Il frutto della meccatronica avanzata non è più soltanto rappresentato da macchine moderne ed efficaci, ma da un insieme di tecnologie connesse e di intelligenze che collaborano tra loro, aumentando in modo esponenziale le capacità e le possibilità degli uomini che dirigono, gestiscono e operano in azienda.
Non stupisce, dunque, che nel 2021 la meccatronica italiana, seconda potenza meccatronica d’Europa, abbia avuto un volume d’affari di 431 miliardi di euro, oltre la metà dei quali, 242, generati dall’export. Allo stesso modo non deve meravigliare che, nonostante questo settore spinga in modo massiccio su automazione e robotizzazione, il comparto offra oggi lavoro a 1,6 milioni di persone, che operano su 104 mila fabbriche (indagine de L’Economia con Italy Post).
Una spinta che nei prossimi anni sarà ulteriormente incrementata per effetto del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei crediti d’imposta della nuova normativa sulla Transizione 4.0. Fondi e opportunità che consentiranno alla meccatronica italiana di essere il faro per una Transizione Energetica che passa attraverso digitalizzazione e automatizzazione, e che porterà la nostra industria su un percorso di Sostenibilità che sarà sempre più nativo e by design.
Un nuovo miracolo che non sarà più soltanto di tipo economico, ma che darà vita a una ripresa che non consisterà soltanto nel riportare i volumi di produzione e di fatturato dell’industria nazionale ai livelli per-Covid, ma che darà vita a una nuova era, lontana anni luce dalla retorica e dal greenwashing che ha caratterizzato per decenni il dibattito sull’economia verde e sulla Transizione Ecologica.
Questo è anche uno dei motivi per cui questo comparto è oggi tra i più apprezzati da parte dei ragazzi che guardano al proprio futuro lavorativo. Quello della meccatronica è infatti un ambito a carattere internazionale, ad alto tasso di innovazione e naturalmente vocato alla visione e alla costruzione del futuro. Non solo. La meccatronica è un gigantesco contenitore di tecnologie che, già oggi, stanno ridisegnando il panorama economico e riscrivendo la quotidianità di miliardi di persone: Stampa 3D, Internet degli Oggetti – IoT, Intelligenza Artificiale (IA) ed elaborazione del linguaggio naturale (NLP), sono soltanto alcuni degli ambiti in cui il comparto svolge il proprio lavoro.
Tecnologie che aumentano le capacità degli uomini, li aiutano ad ottimizzare le proprie attività e a ridurre la propria impronta ecologica, facendo ciascuno la propria parte nella Transizione Ecologica che tutti stiamo affrontando.
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay.