Dove ci porterà l’Intelligenza Artificiale?
Nello sviluppo di quella che potrebbe essere la tecnologia più impattante della nostra storia stiamo mostrando in modo evidente tutte le nostre contraddizioni, paure e ipocrisie.
L’Intelligenza Artificiale #AI, che al tempo stesso bramiamo e temiamo, è stata sin dall’inizio progettata per emulare l’intelligenza biologica che, essendo ben conscia dei propri limiti, ambisce a coltivare una forma di intelligenza superiore, attraverso la quale elevarsi ad uno step superiore.
Per fare questo, oltre ad aver immaginato che un tale prodigio fosse possibile (e solo questo è già “tanta roba”), nell’arco di pochi decenni abbiamo messo a punto tecnologie sempre più sofisticate e abbiamo di fatto accettato qualcosa di completamente folle: la consapevolezza che l’avvento di una vera intelligenza artificiale, ASI – Artificial Super Intelligence, superiore alla nostra e quindi capace di spingerci (o forse addirittura di scagliarci) oltre i nostri limiti, è teoricamente possibile da ottenere soltanto a seguito del superamento della soglia della cosiddetta singolarità tecnologica.
Una sorta di scintilla creativa, probabilmente paragonabile alla nostra idea del Big Bang, che innescherebbe una reazione a catena fatta di tecnologie e processi automatici in grado di far prendere coscienza all’AI, dandole quella consapevolezza di sé che oggi ci appare impossibile, o quanto meno lontanissima.
Cosa accadrà, quando arriveremo a quel punto? Scrivo quando, non se, perché se questo è possibile di sicuro ci arriveremo. Probabilmente non nell’arco di decenni, ma se è ciò possibile di certo accadrà ed è questo l’aspetto più inquietante di tutta la faccenda. La nostra storia ci ha già più volte dimostrato che ciò che possiamo immaginare può accadere, ma una vera ASI sposterebbe l’asticella di questo assioma anni luce avanti, con tutto ciò che ne potrebbe conseguire: una clamorosa ed inimmaginabile espansione dei nostri orizzonti, cui l’umanità è lontanissima dall’essere pronta.