L’industria meccano tessile taiwanese protagonista a ITMA 2015
Venerdì scorso si è tenuta a ITMA 2015, la più importante fiera a livello mondiale sui macchinari per il tessile, che si svolge ogni 4 anni, la conferenza stampa internazionale Dress the Future, organizzata dalla Camera di Commercio estero di Taiwan (TAITRA). Un’evento che ho seguito con interesse, perché questo paese è sbarcato a Milano con un gruppo di ben 36 espositori, che puntano forte su tre importanti fattori: tecnologia, sostenibilità e innovazione. Tre fattori che qualsiasi paese e qualunque azienda dovrebbero considerare come stelle polari per tenere salda la rotta verso il futuro.
Nel corso dell’evento, le cinque principali aziende dell’industria meccano tessile taiwanese, PaiLung, AK Dyeing Machine, ACME, Jen Haur Co., Ltd, and CCI Tech Inc., hanno affrontato tematiche di grande interesse, per il comparto tessile italiano, che rappresenta il 4° mercato per l’export dei macchinari taiwanesi. Questo paese è un vero e proprio esempio di eccellenza, in questo settore, e l’Italia è per loro un fiore all’occhiello da esibire con orgoglio in tutto il mondo.
L’aspetto più interessante dell’eccellenza taiwanese è rappresentato dalla rapidità con cui si è sviluppata. Nell’arco di soli 50 anni, infatti, Taiwan si è evoluta da un’economia di tipo prevalentemente agricolo all’attuale leadership tecnologica del mondo asiatico e oltre, tanto da essere ormai considerata una realtà notevole a livello mondiale. A confermarlo è il Rapporto sulla competitività globale del World Economic Forum 2013-2014, che pone Taiwan all’ottavo posto in termini di innovazione e la individua come il paese con il più alto livello di incubatori per lo sviluppo tecnologico al mondo.
Un successo cui ha contribuito in modo massiccio anche la crescita del comparto meccano tessile, settore che ha visto le aziende taiwanesi posizionarsi come key players sul mercato internazionale, con una capacità di esportazione che nel 2015 ha registrato un aumento del 2,9%, passando da US $ 3.41 miliardi nel 2014 a US $ 3.51 miliardi nel 2015. Innovazione e green economy, i cardini di questa crescita, che ha visto le sue maggiori opportunità in Cina, Stati Uniti, Giappone e Italia. Opportunità che provengono dalla tecnologia all’avanguardia dei macchinari per il tessile e per la tintura dei materiali, oltre che nella grande capacità di sviluppo di software utilizzati e alla competenza di ingegneri altamente specializzati.
Le eccellenze del comparto tecnico italiano, stanno dunque dando fiducia alla tecnologia di questo paese, e alla sua capacità di produrre macchinari in grado di coniugare quei tre fattori così importanti. Investire in tecnologia è il modo migliore per combattere una crisi che, troppo spesso, è figlia dell’incapacità di tenere il passo dei colossi internazionali, che proprio su di essa hanno puntato tutto. Ma le realtà più piccole hanno ancora una grande carta da giocare: quella di una maggiore attenzione agli aspetti etici della produzione, che spesso i colossi multinazionali trascurano.
Ottimi spunti, quelli raccolti nel corso di questo evento, declinabili anche su altri settori e improntati ad un unico grande messaggio, per quanto mi riguarda: mai come oggi, guardare fuori dal proprio paese e cercare il meglio che il mercato globale può offrire non è più un’opportunità, ma una esigenza assoluta. Per il tessile italiano la sponda delle aziende di Taiwan può essere un notevole punto di ripartenza e di rilancio. Oltre la crisi c’è un mondo nuovo, tutto da scoprire.