Quel giorno in cui decisi di cambiare lavoro

18 Gennaio 2021
Fondartigianato 2021

#brandedcontent – Articolo in collaborazione con Fondartigianato

Sono passati 20 anni e sembra trascorso un secolo.

All’epoca avevo un locale a Fiumicino, in provincia di Roma, a pochi chilometri dall’aeroporto e con una clientela in molti modi ad esso correlata: spedizionieri, taxisti, personale di terra e di volo, operatori dell’indotto.

Internet lo conoscevo già, ma due limiti per me allora difficili da sopportare mi tenevano ancora sostanzialmente ancorato al vecchio mondo analogico, anche se già da qualche anno lo usavo in molti modi, da casa e dal lavoro: all’epoca Internet funzionava soltanto su PC e attaccato a un filo.

C’è un tempo per fare e un tempo per cambiare

Non ricordo la data esatta, ma fu proprio nel 2001 che capii. Quel ristorante mi stava strettissimo, mi sentivo soffocare, non vedevo un futuro per me sostenibile. Ero rimasto da solo a gestirlo, la vecchia lira mi stava abbandonando e le nuove normative europee imponevano costi difficili da sopportare, per una piccola impresa.
La scintilla scoccò in primavera, forse in estate, poco prima del crollo delle Torri Gemelle, che vidi cadere con la scopa in mano e il grembiule, mentre chiudevo il turno del mattino proprio in quel ristorante. Accadde prima dell’avvento del web 2.0, della Rete mobile e degli smartphone, che cambiarono definitivamente il mondo e ci portarono in quel futuro che prima di allora stentavo ancora a riconoscere.

Fu una sorta di “epifania”, un’illuminazione sulla via della Scafa (quella di Damasco era un filo fuori mano) che mi portò a decidere che appena possibile avrei cambiato tutto. Me lo dovevo, non potevo farne a meno.

Ci misi qualche anno, forse troppi, ma alla fine la mia idea di futuro lavorativo si realizzò. A piccoli passi, dopo molte ore di studio e di sperimentazione, iniziai a seguire clienti, inizialmente come webmaster, poi in modo sempre più preponderante in ambito di comunicazione e marketing sui social media.

Nel frattempo, infatti, l’onda di piena di MySpace, YouTube, ma soprattutto di Facebook, LinkedIn, Twitter e tutti gli altri, travolse tutti noi e ci portò nell’era dei social e della condivisione in Rete.

Prima di gettarmi in questo nuovo mondo ho indagato e studiato Internet, la Rete e i social media in modo importante e con grande passione. Quello che non era successo in me al momento del debutto di Internet e del World Wide Web, che ad essere sincero negli Anni ‘90 mi aveva lasciato relativamente freddo, stava avvenendo con la nuova ondata e con il Web.

Fu quello, ad esempio, che mi spinse ad acquistare un telefono portatile, che avevo snobbato per diversi anni e che, in quanto semplice strumento per telefonare, non mi aveva mai davvero appassionato.

Volevo cambiare e mi misi a studiare per farlo. Consumavo libri, corsi, incontri. Rubavo con gli occhi da amici che già lavoravano nel settore, che all’epoca significava un sacco di cose, ma soprattutto programmazione. Capii da subito che quella non faceva per me, ma per fortuna all’epoca con HTML e CSS si faceva quasi tutto quello che serviva per iniziare a lavorare nel settore. Poi arrivarono i CMS, WordPress su tutti, anche se iniziai presto a smanettare anche su Joomla!, Drupal e su altre piattaforme. Alcuni credettero che sarebbero state la fine del lavoro per molti, ma la filosofia open source non mi sembrò mai un limite, un problema o una minaccia. Al contrario capii che questa era la strada e che il mondo del lavoro sarebbe cambiato radicalmente. Ancora oggi ne sogno uno in cui tutti possano vivere di ciò che amano fare, senza che ciò diventi fonte di arricchimento per pochi. Discorso lunghissimo e complicato…

La sciocca determinazione a fare tutto da solo

In quegli anni esistevano già strumenti istituzionali (a carattere nazionale, regionale, europeo) in grado di aiutare le imprese e gli imprenditori a fare di più o meglio, oppure a cambiare attività o ambito, ma all’epoca non capii di averne bisogno.

Non fu per niente semplice farne a meno e oggi non lo rifarei. Non da solo, non senza il supporto di un Fondo come Fondartigianato, che finanzia, per le aziende che hanno deciso di aderire , progetti di formazione atti a rafforzare le competenze delle persone e la competitività delle imprese.

Oggi mi sembra assurdo che ci sia stato un tempo in cui consideravo la formazione una parentesi della vita, che inizia da ragazzino e finisce alle soglie dell’età adulta, salvo qualche rara parentesi di aggiornamento. Guardavo con gli occhi sbarrati un parente imprenditore che passava da un corso di specializzazione all’altro e che comunque stentava a tenere il passo di un’innovazione rapidissima.

Ai tempi del ristorante a Fiumicino – si chiamava Trattoria Mamma Gina, lo avevo aperto qualche anno prima con due miei amici e in cucina c’era la mamma di una di loro – non conoscevo il termine lifelong learning, che oggi è sempre più di moda, e non avevo idea che sarebbe stato così anche per me. Ogni tanto qualche ente mi proponeva qualcosa, ma non seppi fare 2 + 2. Volevo lasciare quell’attività, a che scopo fare dei corsi in quell’ambito? Eppure sarebbe stato semplice da capire: mentre esci da una porta entri in un portone, con le carte in regola per starci dentro e senza investire una fortuna.

Oggi non ho dubbi nel seguire l’esempio delle 150.000 aziende – e dei loro 560.000 dipendenti – che stanno beneficiando dei 17.000 progetti approvati da Fondartigianato: il primo fondo interprofessionale nato con lo scopo di promuovere, diffondere e sostenere la realizzazione di iniziative di formazione continua

Progetti che hanno un enorme valore, ma anche un grande costo: ben oltre 457 milioni di Euro sono stati sin qui erogati dal 2004 ed è assolutamente intuitivo comprendere che non esiste azienda o imprenditore che oggi possa permettersi il lusso di investire senza nessun supporto.

Ecco perché ho accettato di buon grado la proposta di questo Fondo, costituito proprio nel 2001 da Confartigianato, CNA, Casartigiani, Claai, Cgil, Cisl e Uil e autorizzato a operare dal Ministero del Lavoro.

Questo Fondo e il mio nuovo e attuale lavoro sono nati lo stesso anno, nello stesso territorio e con la stessa voglia di guardare il futuro con fiducia. Fondartigianato è il partner strategico per tutte le imprese che, attraverso la formazione delle risorse umane, si lanciano con ottimismo verso il futuro con nuove competenze e capacità.

Le coordinate per informarsi e aderire a questa opportunità sono semplici: per portare #LaMiaImpresaNelFuturo con #Fondartigianato è sufficiente visitare il sito http://www.fondartigianato.it.

#brandedcontent – Articolo in collaborazione con Fondartigianato

  • Condividi