Twitter, sei anni fa il primo tweet

21 Marzo 2012
Primo tweet della storia

Primo tweet della storiaTwitter compie sei anni. Il 21 marzo del 2006, in una data fortemente evocativa per i pasticcioni di numerologia (cit. Fossati) come il sottoscritto, il suo fondatore Jack Dorsey lanciò il primo tweet della storia, per la verità ben poco epico nella sua disarmante semplicità: “just setting my twttr“, con buona pace di chi avrebbe preferito qualcosa di ben più carismatico.

Ma si sa, i veri geni della rete quasi mai si lasciano andare a frasi che bucheranno lo schermo della storia, restando negli annali. Dobbiamo accontentarci, se non altro della curiosa versione codicefiscalizzata del nome, che per il buon Jack al debutto era un impronunciabile ma parecchio cooltwttr“, che dovrò ricordarmi di usare spesso.

Scherzi a parte, quel primo vagito di sei anni fa a dato il via ad uno dei cambiamenti più imponenti nel corso della storia dell’umanità, centrando in pieno il senso e la natura stessa della rete con una piattaforma talmente semplice da riuscire a sfruttarne tutte le potenzialità, anticipando tendenze che solamente ora iniziano a diventare dei veri e propri standard.

Twitter ha saputo fare, in questi pochi anni, di più e di meglio di quanto non fossero riusciti a fare altri colossi del web, primi tra tutti Google e Facebook. La vera rivoluzione di Twitter, è stata probabilmente quella di aver intuito che oltre a dare alle persone la possibilità di interagire in tempo reale con altri utenti e con la rete intera, era necessario canalizzare le conversazioni per argomento, in modo che i tweet potessero essere etichettati e resi visibili a tutti gli utenti in funzione dei loro interessi.

La chiocciolina @ e l’hashtag # di Twitter hanno reso possibile in modo semplice quello che oggi tutti ammiriamo come il più grande fenomeno di informazione, a carattere globale e in tempo reale, che sia mai stato concepito. @ e # sono le coordinate che permettono agli utenti di conoscere persone e notizie interessanti, mettendo a frutto la potenzialità più sbalorditiva del world wide web, ovvero la sua ubiquità e onniscenza, prima di Twitter di difficilissima applicazione.

Per come la vedo io Twitter dimostra un buon numero di teoremi che troppo spesso sono inascoltati o sottovalutati. Primo tra tutti quello che la semplicità è il primo e più importante parametro da prendere in considerazione, quando si pensa ad un grande progetto che voglia avere successo e riscontro su scala mondiale e cambiare davvero del “regole del gioco”. L’antitesi di questo paradigma può a buon titolo essere considerato il caso dello Stealth, bombardiere strategico transonico statunitense in grado di trasportare armi convenzionali e nucleari; il più costoso aereo della storia, costo medio unitario valutato in 737 milioni di dollari nel 1997. Tanto complesso ed evoluto da rivelarsi drammaticamente fragile, come dimostrò il clamoroso abbattimento subito durante la guerra del Kosovo, ad opera di miliziani dotati di armamenti del tutto inadeguati. Un vero #epicfail storico.

Twitter è invece semplice, essenziale, sintetico e diretto. Si presta tanto alla conversazione in stile chat, in cui noi italiani eccelliamo, quanto alla diffusione di notizie e informazioni di ogni genere, anche corredate da foto e geolocalizzate. E’ la somma delle più moderne tecnologie della rete, ma non lo ostenta, limitandosi ad offrire in modo selettivo e opzionabile tutte le sue opportunità agli utenti. E’ il miglior strumento per comunicare in tempo reale, l’unico che mi permetta di twittare, ad esempio,  “terremoto” e di offrire un’informazione completa ai tuoi follower e al mondo intero, decine di minuti prima di qualunque altra fonte d’informazione!

Questo post è quindi una vera e propria dichiarazione di amore, di stima e di rispetto per il media che più di ogni altro e in soli 5 anni (il boom risale al 2011) è stato capace di cambiare il modo di comunicare e di interagire, di collaborare, di fare networking, di creare gruppi di utenti che possono con facilità creare eventi e manifestazioni, fare business, interagire a più livelli e attrarre l’attenzione, anche dei media tradizionali, solitamente molto difficili da “circuire” e che invece hanno tributato a Twitter e ai suoi utenti incredibili attestati di stima, oltre che svariati minuti e colonne di spazio nei loro rotocalchi e palinsesti.

Grazie Twitter, per tutto quello che mi hai fatto conoscere in questi anni, per le belle persone che ho incontrato, prima in forma virtuale e poi quasi sempre anche nella realtà. Gente come Rudy Bandiera, Davide Licordari, Andrea Antoni, Giulia Guardo, Cromobox, sTen e i Creadigitali, talenti veri e mirabolanti guitti della rete, come l’incredibile Iddio o l’ineffabile Insopportabile. Davvero non riesco ad elencarli tutti (e del resto ne seguo più di 15 mila), ma sono pronto a giurare che si tratti di gente meravigliosa, cui voglio bene e con la quale sono sicuro che riuscirei davvero, a cambiare questo mondo e questa società. Da dove cominciamo? Ah, sì, dagli auguri: Happy Birthday Twitter!

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